Come aiutare i nostri figli a studiare (ricomincia la scuola)

12 Set 2019 | Crescita personale

Come aiutare i nostri figli a studiare in questo nuovo anno scolastico? Ho chiesto strategie e consigli ad un’amica che insegna alle elementari e li condivido volentieri

Ricomincia un nuovo anno scolastico e la fatica talvolta di far studiare i nostri figli. A giudicare dalle facce che ho intravisto questa mattina davanti alla scuola dei miei bambini, i più contenti sono senz’altro i genitori. In Italia le vacanze estive sono ancora troppo lunghe e creano notevoli difficoltà di gestione alle famiglie, costrette a trovare una sistemazione per i figli per 13 lunghissime settimane.

Lo so: è anche tempo di spensieratezza, avventure, amicizia. E i miei ricordi della lunga pausa estiva sono tra i più belli. E quelli che conservo con più gioia. Ma i tempi sono cambiati, e la maggior parte di noi non riesce a ritagliarsi che due o tre settimane estive di ferie. Ci sarebbe un po’ da ripensare a come strutturare il periodo scolastico e quello di vacanze. Magari semplicemente facendo continuare la scuola fino a fine giugno e ricominciare con i primi di settembre. Un po’ come accade alle materne.

Premessa e riflessioni sulle vacanze fatta, visto che siamo ripartiti, ho pensato che potrebbe essere utile qualche consiglio su come aiutare i nostri figli ad affrontare al meglio questo anno scolastico. Perché passata la gioia e l’euforia dei primi giorni, è un attimo ritrovarsi con un figlio in piena crisi emotiva di fronte ad un tema da svolgere a casa. O alle operazioni da fare in colonna. Ho chiesto aiuto ad un’amica insegnante.

Strategie per affrontare al meglio la scuola

A prescindere dall’età di tuo figlio, ci sono delle ottime strategie per  affrontare la routine dei compiti a casa senza lacrime e stress. Per figli e genitori.  Tutto parte innanzitutto da una buona organizzazione degli spazi e del materiale scolastico. Sarebbe bello che i ragazzi imparassero a tenere gli zaini in ordine, in modo da trovare facilmente ciò che occorre. Ma anche imparare a sistemare la scrivania, di modo che la mente si possa concentrare sul momento di studio e non divagare tra montagne di cose abbandonate a caso sulla scrivania. L’ordine intorno favorisce anche l’ordine dei processi mentali. E garantisce una maggiore concentrazione.

Un’altra strategia utile è fare delle brevi check-list serali (prima di andare a letto) per verificare di avere tutto ciò che occorre per il mattino successivo. Inutile che consigli a genitori di bambini e ragazzi di tutte le età che per avere una mente fresca e attiva al mattino sono necessarie molte ore di sonno. E che durante il sonno notturno si consolida nella memoria ciò che è stato appreso durante la giornata. E’ stato scientificamente dimostrato che uno dei fattori chiave per il miglioramento delle performance scolastiche è il sonno. Ma ancora di più andare a letto sempre alla stessa ora e svegliarsi sempre alla stessa ora è un fattore importante tanto quanto le ore di sonno che si dormono.

Ma anche i ragazzi che dormono a sufficienza spesso sperimentano un notevole livello di stress quando si trovano ad affrontare i compiti. Le difficoltà solitamente sono relative alla tendenza a procrastinare il momento dei compiti, ad una difficoltà di concentrazione e alla sensazione che la mole di lavoro sia eccessiva.

Distrazione, carico di lavoro e perdite di tempo varie

Per me in questi anni con i bambini che frequentano la scuola primaria l’obiettivo è aiutarli a crearsi un metodo e delle abitudini di studio che li rendano più indipendenti nei prossimi anni.

In questo senso direi che la prima strategia utile sia quella di ridurre le potenziali fonti di distrazione. Tantissimi ragazzi studiano con telefonino (dalle medie in poi) e computer a portata di mano. Il che significa che fanno un esercizio e subito dopo una sbirciatina su whatsapp. Rendendo lo svolgimento dei compiti un momento infinito e continuamente interrotto. In cui recuperare la concentrazione diventa sempre più difficile. Utile quindi spegnere telefonini e computer per il tempo utile a fare i compiti o disattivare app e navigazione. Corriamo il rischio di avere per casa un adolescente arrabbiato, ma credo sia una piccola battaglia che vale la pena di affrontare.

Carichi di lavoro pesanti

Per quelli che si scoraggiano di fronte al carico di lavoro, può essere utile aiutarli a pianificare con anticipo quando e con quali modalità svolgere determinati compiti. Può essere molto utile far vedere concretamente come pianifichi le tue attività lavorative, come suddividere compiti più impegnativi in tranche più piccole e facilmente affrontabili. Magari aiutandoli anche a pianificare quando svolgere ciascuna parte. La domenica è un ottimo momento per fermarsi e pianificare la settimana, creandosi un programma chiaro di tutto ciò che si dovrà fare.

Prima le cose più difficili

Un’altra strategia che devo ricordarmi di utilizzare con il mio primogenito è di cominciare affrontando i compiti più difficili, più impegnativi e noiosi. In questo modo verranno affrontati con un pieno di energie e man mano che le energie si esauriscono si incontreranno compiti più facili.

Concentrazione e memoria

Per riuscire a ricordare considerevoli quantità di informazioni può essere molto utile suddividere il materiale da studiare in fasi diverse che si succedono e sono collegate tra loro. Magari suddividendo il materiale su giornate diverse e prima di passare alla fase successiva fare sempre un breve ripasso di quella precedente. In questo modo sarà più facile riuscire a ricordare l’intero argomento di studio.

Molto utile anche aiutare bambini e ragazzi a sviluppare delle personali strategie di memorizzazione. Aiutandosi con diagrammi e appunti organizzati secondo modalità diverse che possano combinare modalità visive (ad esempio le famose mappe mentali) e modalità narrative. La strategia vincente è provare a scrivere le informazioni perché il fatto di metterle su carta in una mappa o schema aiuta senz’altro il processo di memorizzazione. E’ sempre molto utile anche aiutare lo studente con delle domande che lo aiutino a fare un’elaborazione propria di quanto studiato piuttosto che una ripetizione mnemonica e non ragionata di quanto letto.

Infine assicuriamoci anche del livello di ansia che in alcuni ragazzi può essere elevato prima di verifiche o interrogazioni e cerchiamo di aiutare lo studente a valutare il suo grado di preparazione. Il momento giusto per smettere di studiare è quando il bambino/ragazzo sente di essersi “appropriato” sia oralmente che per scritto dell’argomento di studio. Quando riesce a rispondere ad eventuali domande e a creare uno schema esaustivo è completo può tranquillamente dichiararsi pronto e uscire a giocare.

 

 

 

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