Come stimolare le conversazioni in famiglia e accrescere l’autostima dei bambini

10 Nov 2017 | Problemi educativi

L’importanza delle conversazioni a cena

Voglio condividere con te un metodo semplice e interessante per vivacizzare un po’ le conversazioni  in famiglia. E rendere le nostre cene più stimolanti e un momento in cui riusciamo a stringere e consolidare i legami famigliari. Tantissime ricerche dimostrano infatti che il benessere psicologico, il senso di sé e l’autostima dei bambini sono strettamente correlati al tipo di narrativa famigliare che si usa. Ovvero: in che modo raccontiamo la nostra famiglia e la sua storia ai nostri bambini?

Conversazioni o rapiti dai media?

Mi sono imbattuta in un bellissimo articolo sul New York Times in cui l’autore (che ha scritto anche il bellissimo libro The Secrets of Happy Family)spiega quali sono i segreti delle famiglie felici. E tra questi compare il fatto di fare dei pasti insieme in famiglia. Una serie di ricerche recenti mette in luce che i bambini che sono abituati a condividere i pasti in famiglia sono meno propensi a bere, fumare, usare droghe, commettere il suicidio, sviluppare disturbi alimentari. Inoltre i bambini che mangiano insieme al resto della famiglia hanno un vocabolario più ampio, una dieta più sana e una maggiore autostima.

Ora deve per forza essere a cena? Non è detto, con gli orari matti che si fanno negli uffici oggi, a volte diventa davvero complicato mangiare insieme la sera. Ma l’importante è trovare momenti nell’arco della settimana per mangiare insieme. Può essere anche la colazione. Ci si sveglia un po’ prima. E si passa del tempo insieme di qualità prima di correre via per affrontare la giornata. L’importante è che il momento in cui si mangia insieme non sia quello in cui si mandano sms, si usa il tablet o si guardano le serie preferite in TV. Media spenti: a meno che non serva google per cercare il significato di qualche parola nuova insieme!

Quello di cui si parla è più importante di quello che si mangia

Ma la cosa che mi ha davvero colpito è che alla fine la cosa più importante è di cosa si parla. Così fresca dalla lettura di questo bel libro, mi sono fermata riflettere su come andasse la mia famiglia. A che punto siamo? Cosa racconto e di cosa parlo con i miei bambini?

Ho cominciato a pensare che ultimamente a casa nostra le cene erano diventate un po’ noiose. Conversazioni rosicate. Bimbi distratti e frettolosi. Mamma nervosa e impegnata a sfamare gli squaletti ma poco concentrata sul riuscire a scambiare davvero quattro parole con i bambini.

Mi sono messa a fare un po’ di ricerche e di riflessioni. E ho scoperto che ci sono tante belle ricerche in merito. Che mettono in luce come le conversazioni e il loro tema possono avere una grande influenza ad esempio sull’autostima dei bambini. Un’interessante ricerca svolta alla Emory University di Atlanta spiega proprio come una narrativa famigliare oscillante (che contempla cioè eventi positivi e negativi) possa favorire l’autostima nei ragazzi preadolescenti. Insomma parlare di sé e della propria storia famigliare può avere un effetto positivo sulla crescita dei bambini.

Come strutturare le conversazioni a tavola

Ho cominciato a pensare che una conversazione più strutturata può diventare un po’ più semplice con i bambini piccoli, e con quelli introversi soprattutto. Ho fatto un po’ di ricerche e ho trovato alcuni stimoli interessanti. Così da ieri sera ho deciso di proporre delle domande ai miei bambini. E ognuno dà la sua risposta. Unica regola: non si può copiare la risposta degli altri.

E magari per le prime volte comincia tu così farai vedere ai bambini in che modo conversare sull’argomento. I ricercatori hanno visto che nell’arco di un pasto in famiglia i reali minuti di conversazione sono al massimo una decina. Per il resto del tempo si parla di cose necessarie a sfamare la famiglia. Del tipo: “scotta!”, “Allora soffiaci sopra!”, oppure “mi passi il sale per favore?”, “mamma posso avere ancora pasta?”.

Insomma ce la si può fare a stimolare la conversazione per una decina di minuti. Cerca di lasciare metà del tempo a disposizione per i bambini. Senza prendere troppo spazio per te. In questo modo favorirai le capacità di comunicazione dei più piccoli. Ecco le domande che sono riuscita a recuperare. Ovviamente vanno adattate all’età dei bambini. Ma sono assolutamente utili per stimolare la conversazione intorno al tema della storia o narrativa famigliare.

Domande interessanti per dieci minuti di vera conversazione

  1. Per cosa sei particolarmente grato in questo momento?
  2. Racconta una cosa gentile che hai fatto a qualcuno oggi
  3. racconta una cosa gentile che qualcuno ha fatto per te oggi
  4. quali sono le storie preferite che ti raccontavano (o ti raccontano i nonni)
  5. per gli adulti: cosa avevi da bambino che ora i bambini non hanno più? In che modo la tua vita era migliore o peggiore?
  6. per i bambini: cosa hai tu ora che i bambini delle generazioni precedenti non avevano? In che modo la tua vita sarebbe migliore senza e in che modo peggiore?
  7. Chi ti ha insegnato qualcosa di importante per la tua vita? Cosa ti ha insegnato?
  8. per un adulto: qual era il tuo libro o film preferito quando avevi la mia età?
  9. per i bambini: qual era il tuo libro o film preferito l’anno scorso e quale è ora?
  10. Se potessi sapere qualsiasi cosa sulla storia della nostra famiglia o su un parente che non c’è più cosa vorresti sapere?
  11. qual è stata la cosa più difficile che hai dovuto affrontare da bambino? Come l’hai superata?
  12. qual è la cosa più imbarazzante che hanno fatto la mamma o il papà nei tuoi confronti?
  13. Se dovessero usare tre aggettivi per descriverti, quali aggettivi userebbero i tuoi nonni?
  14. Qual è la cosa più buona che ti hanno preparato da mangiare i nonni? E i tuoi genitori?
  15. In cosa sei diverso dai tuoi genitori/nonni e in cosa sei simile?

La narrativa famigliare dà al bambino la sensazione di appartenere a qualcosa di più grande

Le conversazioni che partono da domande simili danno al bambino la sensazione di appartenere a qualcosa che va oltre lui stesso. Qualcosa di più grande. Che ha una storia. Con i suoi alti e bassi. E magari a partire da queste domande, puoi provare anche tu a ricreare la storia della tua famiglia. Da raccontare ai tuoi figli. Mostrando loro, che attraverso momenti più facili e più difficili, la famiglia insieme è riuscita ad affrontare e superare molti ostacoli. E a vivere molti momenti felici.

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