Come gestire la tua rabbia aiuta tuo figlio con le sue emozioni

4 Nov 2018 | Crescita personale, Problemi educativi

In una delle ultime sessioni di consulenza con una coppia di genitori è emerso ancora una volta il tema della rabbia. Comincio a pensare dal numero di domande e contatti che ricevo su questo tema che sia un problema molto sentito nelle famiglie.

E in realtà non mi stupisce. Capita spesso ai genitori di arrabbiarsi con i propri figli. Siamo tutti sottoposti a continue pressioni e immagino capiti anche a te. Rispettare orari e scadenze, fare i conti con il budget famigliare, affrontare momenti personali di difficoltà e crisi in questo mondo piuttosto frenetico. E in mezzo a tutto questo magari il tuo bambino se la prende con la sorellina, o si dispera alla ricerca di qualcosa che ha perso. O decide che nel suo armadio non c’è niente che vada bene per lui. E’ un attimo che questi comportamenti ti facciano reagire con estrema rabbia nei suoi confronti.

Nelle interazioni quotidiane con tuo figlio sono tanti i comportamenti infantili che ti possono toccare. E far scattare. Ma il fatto che sia “infantile” è adeguato alla sua età. Di fatto è un bambino. Forse ci sarebbe da capire un po’ meglio come e perché certi comportamenti ti fanno scattare. E soprattutto elaborare delle strategie che permettano di gestire al meglio la tua rabbia. Cerchiamo di capire perché.

Esprimiamo rabbia quando entriamo in contatto con esperienze della nostra infanzia

In realtà ad uno sguardo più attento, per quanto grave sia il comportamento del tuo bambino non è lui/lei la causa della tua rabbia. Quello che succede in realtà è una reazione a catena. Osserviamo un comportamento (il bambino tratta male la sorellina). Ci scatta un pensiero in testa (non ci posso credere che la tratti sempre così male). E immediatamente un altro (non sono assolutamente capace di educarli) e da lì tutta una serie (adesso glielo spiego io come deve comportarsi…..diventerà sicuramente un bullo…..finirà per essere un violento!). 

Quando la mente parte con questa serie di pensieri, ovviamente attiva anche tutta una serie di emozioni. Senso di colpa, paura, delusione, sofferenza. E dato che nessuno di noi è propriamente a suo agio con queste emozioni difficili, la reazione immediata è attaccare l’altro. In questo caso il tuo bambino, colpevole di aver avuto una reazione o un comportamento da bambino.

E qui vorrei sollevare un punto importante. Certo il nostro ruolo di genitori richiede che lo educhiamo e gli spieghiamo che la violenza non serve a niente. Che qualsiasi problema va risolto con le parole e non con i pugni. Ovvero parte del nostro compito è sicuramente porre dei limiti chiari. Ma il primo passo da riconoscere qui è che farlo in preda alla rabbia non porta ad alcun risultato positivo.

Come il comportamento del tuo bambino attiva ferite del passato

E’ un fenomeno che gli studiosi chiamano “i fantasmi nella stanza dei bambini“, da un lavoro della psicanalista Selma Freiberg. La studiosa spiega sostanzialmente che i nostri bambini stimolano la riattivazione di emozioni, ricordi, eventi accaduti nella nostra infanzia. Nella relazione con i nostri genitori. Questo fa sì che spesso reagiamo in maniera inconsapevole mettendo in atto tutta una serie di emozioni che sono nascoste negli angoli più remoti della nostra psiche.

E ovviamente le paure e la rabbia del passato possono essere molto potenti e difficili da tenere a bada. Ed è un elemento da tenere sicuramente in considerazione se come genitore fai fatica a gestire la tua rabbia quando tuo figlio fa qualcosa che non va.

Effetti negativi della rabbia sul tuo bambino

La rabbia ovviamente fa paura. E al tuo bambino può farne davvero molta. Primo perché tu rappresenti la sua fonte di sicurezza e protezione. E se sei incontrollabile e imprevedibile il tuo bambino non può fare affidamento su di te. Ma soprattutto vive costantemente in uno stato di allerta. Con ovvi effetti sul suo sistema nervoso e sull’attivazione degli ormoni dello stress.

Hai mai provato a pensare cosa può provare il tuo bambino quando si trova di fronte ad un adulto molto più grande e grosso di lui/lei che urla o si muove in modo minaccioso? Prova a sentire come ti senti tu nelle situazioni in cui il tuo partner si arrabbia. Quali emozioni senti?

Ecco immagina che nel tuo bambino quell’effetto è moltiplicato esponenzialmente. Perché la sua sopravvivenza fisica ed emotiva dipende da te. Inoltre non ha ancora strumenti per capire cosa succede.

Capita a tutti noi di arrabbiarsi…ma noi siamo gli adulti

E’ vero. Capita a tutti noi di arrabbiarsi, ma la nostra responsabilità di adulti è fare affidamento sulle nostre risorse. Controllare l’espressione della rabbia in modo da evitare gli effetti negativi. E trovare modi alternativi per gestire la rabbia.

Gli studi sugli effetti delle sculacciate sui bambini sono chiari nell’affermare che questo tipo di disciplina ha effetti negativi ad ampio raggio su molte aree dello sviluppo del bambino. Ad esempio pare essere direttamente correlato ad un minore quoziente intellettivo del bambino. O a maggiori probabilità di sviluppare comportamenti antisociali.

Molti genitori argomentano dicendomi: “ma non fa una piega se urlo o lo sculaccio!”; un po’ come se questo fosse un segno positivo del fatto che il bambino non subisce degli effetti. In realtà se il tuo bambino non sembra spaventa di fronte alla tua rabbia significa che l’ha vista molto spesso. E si è costruito tutta una serie di difese. Nei confronti della rabbia ma anche nei tuoi confronti.

Strategie per gestire la rabbia

Ora che abbiamo fatto un po’ di chiarezza sulla rabbia, cerchiamo di trovare qualche strategia che possa aiutarti a gestirla meglio. Ricordati che il tuo bambino ti guarda e impara da te. Quindi se tu gestisci meglio la tua rabbia, rappresenti per lui un modello fondamentale che tenderà ad imitare. Gestendo meglio anche le sue emozioni.

Essere arrabbiati significa andare immediatamente nella zona rossa delle emozioni. E entrare in modalità attacco e fuga. Il tuo bambino diventa immediatamente il nemico da combattere e il tuo corpo è sottoposto ad un rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che ti preparano all’attacco.

La prima strategia è dunque riconoscere questi segnali e attivare immediatamente una risposta adeguata. La reazione naturale sarebbe prendersela e attaccare il bambino. Ma sappiamo anche che una volta ritornati alla calma proviamo rimorso e senso di colpa. E nessuno ne esce vincitore. L’unico risultato è un danno alla relazione tra te e il tuo bambino.

1. Non agire mai quando sei arrabbiato

Poniamo che il tuo bambino stia facendo qualcosa che ti irrita molto. Ad esempio disturba la sorellina in modo un po’ fastidioso. E magari ci sono altri motivi relativi alla tua giornata che ti rendono il suo comportamento particolarmente irritante. L’istinto sarebbe di agire immediatamente. Con un urlo, una minaccia, una punizione. Io ti suggerisco di provare a calmarti prima. Qualunque cosa tu stia facendo o abbia in programma, la prima cosa da fare è fermarsi. Accorgersi che la rabbia sale. Se diventi consapevole dell’attivazione della rabbia è più facile che tu riesca ad intervenire facendo ricorso alla saggezza. Respira. Dieci respiri profondi.

Poi prova a far uscire la tensione dal corpo. Puoi agitare le mani, fare qualche saltello, persino qualche esercizio fisico come gli addominali o i saltelli. Tutte queste azioni calmano gli aspetti fisiologici. Poi respira nuovamente. Con calma e profondamente. Un altro ottimo modo per far svaporare la tensione è provare a ridere o ballare in modo un po’ scatenato.

La meditazione praticata anche solo per dieci minuti al giorno è un ottimo modo per creare nuovi percorsi neuroni nel cervello. E imparare ad essere più calmi nei momenti caldi della giornata con i bambini.

2. Prenditi una pausa

Se ti accorgi che la rabbia sta prendendo il sopravvento, allontanati fisicamente dal tuo bambino. Se è sufficientemente grande da stare qualche momento da solo nella sua stanza, vai in bagno o in cucina. Allontanati fisicamente in modo da resistere alla tentazione di essere violento verbalmente o fisicamente nei suoi confronti. Ritorna solo quando ti sarai calmato. Lo so, in questo momento stai pensando che gliela dai vinta. In realtà gli dai un segnale forte che quello che ha fatto è piuttosto grave. E gli insegni che prima di agire è sempre meglio ritrovare la calma. Puoi anche verbalizzarlo: “Sono arrabbiato e ho bisogno di 5 minuti per calmarmi. Ne riparliamo appena sono più tranquillo.”

Se il bambino ti segue urlando e piangendo perché non tollera che ti allontani, siediti vicino a lui sul divano. E respira ripetutamente fino a quando ti senti più tranquillo. Ricorda a te stesso che non è una situazione di emergenza. E ricordati che i bambini danno il peggio di sé quando in realtà hanno più bisogno di amore.

3. Cerca di comprendere quale messaggio porta questa rabbia

La rabbia è il segnale che c’è qualcosa che non va e che ci fa star male. Magari ti segnala alcune cose che non stai facendo con il tuo bambino. Ad esempio mettere delle regole e dei limiti prima che il suo comportamento ti provochi una rabbia così forte. Oppure che hai bisogno di più riposo. E forse potrebbe essere utile anticipare per tutti l’ora della nanna. La rabbia spesso è un segno che hai un troppo pieno di emozioni che fatichi a gestire. Potrebbe essere utile in questo caso trovare qualcuno che le ascolti. Un buon amico o un professionista che ti aiuti a capire da dove viene quella rabbia.

4. Evita di minacciare o usare la forza fisica

Le minacce che fai nei momenti di rabbia solitamente non sono razionali. E soprattutto non hanno alcun senso se poi non tieni fede a quanto detto. Se poni dei limiti in preda alla rabbia, perdi completamente di autorità e per i tuoi bambini sarà ancora più improbabile seguire le tue regole in futuro.

5. Tocca la sofferenza o il dolore che si nasconde dietro la rabbia

Cerca di capire cosa ti fa realmente male in quello che si è appena verificato. Forse è il pianto del bambino che ti mette in uno stato di allarme perché ogni volta che piangevi da piccolo ne seguiva un disastro. Oppure il tuo bambino che non ti ascolta ti fa soffrire perché ti senti poco apprezzata. Appena comprendi e accetti la reale sofferenza che si nasconde dietro la rabbia, vedrai che questa gradualmente svanisce. E sarai in grado di elaborare strategie per agire diversamente in questi momenti.

6. Pensa a tutti i modi in cui puoi gestire i momenti di rabbia

Fatti un vero e proprio elenco di strategie che puoi utilizzare. Invece di urlare, punire, essere violento con il tuo bambino potresti:

  • mettere della musica e ballare
  • fare saltelli e addominali
  • sederti e meditare cinque minuti
  • usare dei colori e dipingere
  • provare a esprimere le tue richieste senza attaccare

Alla fine la cosa più importante è rinunciare sin dal principio ad ogni comportamento che sia violento. Sia verbalmente che fisicamente. Esistono modi diversi per educare e crescere il tuo bambino che non implichino minacce, punizioni o ritorsioni. Si basano sull’idea che più il bambino si sente al sicuro e più è portato spontaneamente a collaborare con te. Sono molte le famiglie che riescono a porre dei limiti e farsi ascoltare senza ricorrere alle punizioni. E la ricerca mostra chiaramente che queste famiglie hanno crescono dei figli che hanno capacità emotive e che sono in grado di controllare meglio i proprio comportamenti.

Provare rabbia nel crescere i figli è normale. Ma se ti accorgi che ti accade frequentemente di non riuscire a gestirla e di esprimerla direttamente sul tuo bambino, ti consiglio di chiedere aiuto ad un professionista. Che può aiutarti a mettere a fuoco le origini di questa rabbia. E capire come esprimerla in modo diverso. Il tuo bambino non ha gli strumenti per gestirla o comprenderla. E sarebbe irrealistico pensare che possa farlo.

 

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