Insegnare ai bambini a parlare delle emozioni è fondamentale. In questo modo impareranno a riconoscere e gestire le proprie emozioni. Ma anche quelle degli altri. Sviluppando così empatia ed intelligenza emotiva.
Come parlare di emozioni ai bambini?
Come possiamo aiutare i nostri bambini ad apprendere competenze di tipo sociale ed emotivo? Questa è la domanda che più spesso emerge durante le consulenze psicoeducative con genitori in difficoltà perché il bambino ha spesso delle vere e proprie crisi emotive. O se ci sono dei fratellini, per la preoccupazione di vederli litigare frequentemente.
L’unico modo è metterle in atto ed esercitarle. Ai genitori spetta il ruolo di spiegare, fungere da modello e da esempio. E ripetere, ripetere, ripetere: cercando di far osservare ai bambini cosa provano loro e cosa provano gli altri.
Nel linguaggio degli Inuit esistono più di 50 parole per descrivere le variazioni della neve. I bambini imparano fin da piccoli ad utilizzarle per descrivere le variazioni della neve semplicemente ascoltando gli adulti che le usano nel contesto giusto.
Allo stesso modo, quando i genitori parlano di tutta una serie di emozioni, i bambini imparano a parlare delle proprie emozioni e anche di quelle degli altri.
Ma esistono 50 emozioni diverse?
Se stai pensando che non siete a conoscenza dell’esistenza di 50 emozioni diverse, prova a guardare la bellissima ruota delle emozioni pensata dalla dottoressa Gloria Willcox.
Può essere uno strumento molto utile per capire e approfondire con i bambini il tema delle emozioni.
Ma se l’idea di così tante emozioni ti sembra difficile da affrontare, ecco qualche suggerimento per parlare di emozioni in modo facile con il tuo bambino. Cominciando da quattro emozioni di base e andando poi in profondità.
Prima di tutto la felicità: l’emozione che si prova quando tutto scorre nel flusso. Include gli aspetti dell’amore, della gioia e della pace.
La tristezza che è una reazione alla perdita o alla delusione. E può includere le sfumature del lutto, della depressione e della solitudine. Anche in questo caso molte persone si difendono dalla tristezza, esprimendo e manifestando rabbia.
Poi la paura che è la naturale reazione ad una minaccia. E può includere il terrore, l’ansia (paura di una minaccia non identificata) e la preoccupazione (paura di una minaccia identificata) e la sensazione di essere impotenti o senza difese. Un aspetto importante da ricordare è che i mammiferi di fronte ad una minaccia spesso virano verso la rabbia, come meccanismo di difesa.
La rabbia che è una reazione ad una minaccia interiore od esteriore e include l’irritazione, la frustrazione e l’ira. Quando la rabbia non trova ascolto e accoglienza spesso si rivolge verso l’interno trasformandosi in depressione o apatia.
In che modo insegnare al bambino le emozioni?
Prima di tutto evitando di usare un tono didattico, ma cercando invece di fare delle domande che lo aiutino a imparare riflettendo su di se. Il primo passo è osservare quello che il bambino o altre persone provano e provare a commentare o parlare in modo non giudicante. Il bambino deve sentire che le sue emozioni, facili o difficili, vengano accolte. In questo modo il tuo bambino imparerà ad identificare tali emozioni in sé e negli altri.
Frasi semplici come:
- “sembri irritato”
- “stai saltando come un grillo. Devi essere molto eccitato”
- “Ho capito tesoro. Gli spinaci non ti piacciono proprio e vorresti che sparissero dalla faccia della terra”
Oppure prova a fare qualche domanda che lo spinga a riflettere su quello che prova:
- “se fossi arrabbiato con la mamma cosa faresti?”
- “cosa ti aiuta a calmarti quando sei arrabbiato?”
- “cosa vorresti? Di cosa avresti bisogno per stare meglio?”
Un’altro ottimo momento per toccare il tema emozioni è osservando un altro bambino che piange o è arrabbiato. E chiedere al tuo bambino di immaginare cosa può essere successo. E se si può aiutare in qualche modo.
Sviluppare l’empatia
Tutte queste domande aiutano a sviluppare empatia. La capacità di comprendere cosa provano gli altri. Per esempio, se da poco è arrivato un fratellino più piccolo può essere utile parlare ad alta voce chiedendosi cosa potrà desiderare, provare o sentire il fratellino. In questo modo il fratello più grande riesce a sviluppare maggiore empatia migliorando la relazione tra fratelli.
Come sempre il tuo bambino ti osserva. Più tu sei ingrato di identificare, sentire e accettare le emozioni che provi e più sarà facile per lui/lei apprendere come fare.
Molto spesso di fronte ad un’emozione abbiamo un immediato moto di resistenza. Una piccola tensione o irrigidimento creato dalla difficoltà di accettare ciò che è. L’emozione che viviamo in quel momento. Solo accettandola, l’emozione può rapidamente passare e sfumare via.
Il tuo compito come genitore è aiutare il tuo bambino a riconoscere l’emozione che prova, viverla e accettarla per quello che è. Con la certezza che se non resistiamo all’emozione che proviamo, ma la accogliamo con curiosità e cuore aperto, questa emozione svanirà così come è arrivata.