I nostri nonni e genitori consideravano il tempo libero come un dono che veniva utilizzato per attività piacevoli o per il riposo. La noia o ozio erano considerati un valore fondamentale. Al giorno d’oggi parliamo invece di “oziofobia”: il primo a parlarne è stato lo psicologo Rafael Santandreu. E’ un po’ la malattia dei giorni nostri: le persone non sanno come godere del tempo libero, anzi vivono una situazione di ansia e panico che spesso li spinge a consultare uno specialista.
Alcune persone sono assalite da un vero e proprio senso di ansia quando si trovano di fronte alla possibilità di passare del tempo libero o di annoiarsi.
Ovviamente le persone che soffrono di oziofobia sono fortemente improntate e influenzate dai concetti di efficienza e produttività. Per queste persone il successo e la riuscita personale hanno più valore della felicità. E considerano ogni esperienza in termini quantitative invece che qualitativi.
La noia stimola la creatività
Ma la ricerca ci mostra qualcosa di diverso: la capacità di attivare la creatività e di fare sogni per il futuro si sperimentano prevalentemente nella tranquillità vissuta nei momenti di riposo. Le neuroscienze sembrano mettere in luce che il nostro cervello si attiva proprio nei momenti in cui siamo tranquilli e inattivi. Nei momenti di noia e ozio entra in gioco il Default Mode Network, un’area del cervello che mette in connessione parti del cervello che solitamente non comunicano tra loro. Pensieri estemporanei, ricordi casuali o immagini che possono combinarsi in modo nuovo e dare vita ad idee nuove e creative”.
Trasmettere ai figli l’idea che la noia non va bene
Eppure questa ideologia dell’essere sempre super occupati sembra influenzare anche il nostro modo di crescere i figli. Sono tantissimi i genitori che trasmettono ai figli solo valori relativi all’uso efficace del tempo. Tra i genitori che vedo nelle mie consulenze molti mi raccontano quanta fatica facciano di fronte ai momenti di noia vissuti dai loro figli. Le prove evidenti di questo stile genitoriale si evincono anche dai programmi giornalieri fittissimi di bambini ancora piccoli pieni di attività extracurricolari dopo 8 ore passate sui banchi di scuola.
Mente inattiva, mente creativa
Santandreu, lo psicoterapeuta catalano che ha coniato il termine oziofobia, ci spiega come in realtà una mente inattiva sia una mente più creativa. Ci racconta che Cervantes ha scritto il suo Don Chisciotte, capolavoro letterario, mentre era in vacanza in Castiglia. Non rimane traccia invece del suo lavoro come esattore delle tasse.
Anche se molti di noi non dovranno consultare uno specialista perché affetti da oziofobia, rimane comunque fondamentale notare l’atteggiamento imperante che ci spinge a ipervalutare, anche nella nostra famiglia, l’essere sempre “occupatissimi”. E’ un fenomeno moderno. Se non permettiamo ai nostri bambini di sperimentare la noia, stiamo trasmettendo loro dei valori non ottimali. Gli stiamo comunicando che la noia e il tempo libero non sono momenti importanti. Gli stiamo insegnando ad avere paura degli spazi e tempi vuoti. Con la sensazione che per non affrontare il vuoto si debba sempre ricorrere a qualcosa di esterno. Cibo, fumo, droghe, alcol, tecnologie.
Sai prenderti cura di te
Ma ti spingo a riflettere anche sulla tua capacità di prenderti cura di te come genitore. Come dico spesso un genitore con le pile scariche è un genitore che fatica ad essere emotivamente disponibile per il suo bambino. Se sei al servizio della tua famiglia 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, accompagnando i bambini ovunque, lavorando per portare a casa uno stipendio, occupandoti della casa e cercando di essere sempre all’altezza delle aspettative sociali….cosa stai implicitamente comunicando alla tua famiglia? Cosa gli trasmetti rispetto all’essere sempre occupati? Sull’importanza di tutelare il tuo spazio mentale di tranquillità? Su quanta importanza dai al tuo potenziale creativo e dello spazio dedicato ai sogni?
Ti lascio con questi pensieri da metabolizzare….sempre che tu riesca a trovare del tempo libero per farlo!