Milano
Venerdì 2 Febbraio 2018 dalle 9.30 alle 11.30
Come affrontare i capricci del tuo bambino
Meditazione con campane tibetane
Ti sei mai chiesta/o come sarebbe la vita se riuscissi a vivere le giornate senza quelli che comunemente chiamiamo i capricci? Senza dover urlare per farsi ascoltare? Senza lotte di potere tra te e il tuo bambino? E questo vale per i bambini di tutte le età.
Ne parleremo in occasione dell’incontro gratuito che si terrà a Milano, presso Le Spezie Gentili, zona MM De Angeli,
con meditazione con campane tibetane
INCONTRO AD OFFERTA LIBERA (NON OBBLIGATORIA)
Non sarebbe tutto più facile e bello e allegro, senza dover urlare, sgridare, minacciare e punire?
Con l’inizio del nuovo anno molti genitori si ripropongono di essere più pazienti quest’anno. Di urlare meno. So che sai di cosa sto parlando. E so anche che tante volte vivi come un fallimento il fatto di avere ancora una volta alzato la voce.
Perché non vuole mettersi quel paio di scarpe. Perché non vuole mettere a posto i giochi. Perché ha deciso che anche se ha appena mangiato una super merenda e mancano dieci minuti alla cena, lui vuole qualcosa da mangiare. E subito. In questi casi, come ho già avuto modi di spiegare molte volte, la comunicazione diventa fondamentale.
Come funziona
In questo incontro di due ore, provvederemo dapprima a fare una meditazione con campane tibetane della durata di mezz’ora circa, per armonizzare il nostro sentire e ritrovare l’equilibrio che con il passare del tempo si deteriora. La meditazione ci permetterà di conversare sul tema delle crisi emotive dei nostri bambini da una prospettiva di maggiore apertura.
Ci inoltreremo poi nella conversazione sulle crisi emotive (preferisco chiamarle così) per comprendere in che modo è possibile evitarle, gestirle e affrontarle nel modo migliore.
Parleremo di:
- come gestire le tue emozioni di fronte alla rabbia del tuo bambino
- come modificare il tuo dialogo interno
- come insegnare al bambino competenze di autoregolazione
- come cogliere i segnali che il bambino ti manda prima della crisi
- come riconoscere le situazioni e i momenti più a rischio
- come insegnare al tuo bambino il linguaggio delle emozioni
- cosa fare nel momento caldo della crisi
- come collaborare con il tuo bambino
INCONTRO AD OFFERTA LIBERA (NON OBBLIGATORIA)
Ma è davvero possibile imparare a non urlare?
C’è stata una volta in cui ho urlato con mio figlio che per me è stata decisiva. Urlavo arrabbiata e determinata a vincere l’ennesima lotta di potere. Il solito braccio di ferro. Proprio in quel momento ho avuto una visione del suo futuro mentre lo osservavo perdere la voglia di reagire. Mi sono immaginata il mio bambino che viveva la sua vita con rabbia. Sentendosi come un vaso spezzato, non amato. Senza un posto morbido e accogliente su cui atterrare nei momenti di difficoltà. Mi sono vista come se giorno dopo giorno, un urlo dopo l’altro, spezzassi il suo spirito così puro e bello. Mi ha fatto male vederlo piangere a singhiozzi. Il mio bambino. La persona che ho desiderato di più al mondo.
Quello che scatta in quei momenti nel nostro cervello, in modalità attacco e fuga, suona più o meno così: deve imparare!Mi deve rispettare! Deve smetterla immediatamente! Qualche minuto dopo, recuperata la calma, mi sono fermata e l’ho abbracciato. La prima cosa che ho pensato è stata: “Nessuno deve trattarti così, neanche la tua mamma!”.
Il problema è che quando il mio bambino metteva in atto tutta una serie di comportamenti tipo:
- non vuole andare a scuola
- non vuole mettersi un certo capo d’abbigliamento
- non vuole mangiare una cosa
- non accetta un no come risposta
- non mi lascia parlare al telefono
- si arrabbia se le cose non sono esattamente come vuole lui
io li ho sempre vissuti come comportamenti messi in atto contro di me. Certo, sono comportamenti che effettivamente indispongono. Fanno arrabbiare. E fanno scattare il meccanismo di attacco e fuga. Per cui il bambino diventa il nemico da sconfiggere. Clicca sulla foto per guardare un video sull’argomento:
La crisi come espressione di un suo disagio
Quelli che comunemente chiamiamo capricci forse andrebbero chiamati crisi emotive. Perché di fatto sono i momenti in cui il bambino esprime un disagio. O il fatto di sentirsi sopraffatto dalle emozioni. Dietro ai suoi comportamenti che talvolta ti fanno letteralmente impazzire c’è sempre una ragione. E il primo passo da fare è un passo indietro. E un bel respiro. Per riconoscere che il suo comportamento non è contro di te.
Iil tuo obiettivo è evitare di entrare nella zona rossa delle emozioni. Proprio nel momento in cui ci si avvicina il tuo bambino. Cerca di fermarti e ascoltare. Cerca di comprendere perché è così turbato.Di solito prima di scoppiare in una vera e propria crisi il tuo bambino lancia molti segnali. Ti spiegherò come leggerli e interpretarli. Per riuscire a fermarsi prima che sia troppo tardi.
Cerca di modificare il tuo punto di vista. Se ti mostri aperto ed ematico, il tuo bambino arriverà più velocemente alle lacrime che si nascondono sotto la sua rabbia.
Concentrati sulla connessione
Per riuscire davvero a crescere i nostri figli senza urlare è fondamentale concentrarsi sul creare connessione. Impara a dedicare 10 minuti al giorno per un momento di interazione uno a uno con il tuo bambino. Segui i suoi suggerimenti. E’ il suo momento speciale. Dedicato a lui. Sarai sorpresa di scoprire che questa strategia modifica rapidamente la volontà di collaborazione del tuo bambino.
Creare connessione non significa che il bambino può prendere il sopravvento. Continua a fissare i tuoi limiti. Prima che la situazione sfugga di mano e mostrando comprensione se per il tuo bambino è difficile accettarli. Riconoscere il suo punto di vista, mentre stabilisci dei limiti lo aiuta a collaborare con te.
Impariamo a sostituire punizioni con strategie per riparare
Spiega al tuo bambino quali sono le regole della casa. Quali comportamenti non vanno bene e quindi non sono accettati. Ad esempio: va bene arrabbiarsi, ma non va bene picchiare o dire parolacce. Se il tuo bambino infrange la regola impara a pensare in termini di strategie per riparare. Fagli capire che quando danneggia o rompe qualcosa, comprese le relazioni con gli altri membri della famiglia.