E’ appena passato San Valentino che mi spinge sempre a qualche pensiero più che sull’amore, sul rapporto di coppia. E su come gestiamo gli inevitabili conflitti. Mi sembra importante cercare di comprendere come, durante i litigi, la relazione con il/la nostro/a partner e l’essere genitori si intreccino e si influenzino a vicenda.
Alzi la mano chi non ha mai pensato che con l’arrivo dei figli in famiglia il rapporto di coppia si complica considerevolmente! E’ naturale che il passaggio da due a tre inneschi delle dinamiche e delle situazioni nuove. L’arrivo di un bebè porta con sé sicuramente un’enorme gioia e emozioni intense. Ma scatena spesso l’incontro o lo scontro di due modi non sempre allineati di interpretare o vivere la genitorialità. E di fatto molte più occasioni per discutere e litigare.
Cosa è il conflitto e come gestirlo
Il conflitto fa senz’altro parte di tutte le relazioni umane. In ogni coppia capitano momenti in cui le opinioni, i desideri e i bisogni contrastano. E di per sé non trovarsi d’accordo e confrontare punti di vista diversi è molto importante. Può addirittura rivelarsi positivo quando si arriva ad una risoluzione. Insomma, quando viene gestito bene il conflitto può persino portare ad una maggiore vicinanza emotiva nella coppia.
Il problema è il modo in cui affrontiamo il conflitto e in che modo riusciamo a risolverlo.
Alcune tematiche di conflitto sono comuni in molte coppie. Ad esempio, la gestione e educazione dei figli, l’aspetto della sessualità, la necessità di spazi di libertà per coltivare i propri interessi o bisogni, la suddivisione dei compiti e delle responsabilità.
Se di per sé il conflitto non è negativo, può diventare più complicato da gestire quando in casa ci sono dei bambini. Ovviamente vedere mamma e papà che litigano può suscitare emozioni e reazioni forti.
Quale effetto ha litigare di fronte ai bambini?
Per molto tempo si è detto che litigare di fronte ai bambini non li avrebbe danneggiati purché avessero la possibilità di vedere che mamma e papà facevano pace.
In realtà le ricerche neurologiche più recenti dimostrano un aumento del livello di stress nei bambini che assistono a litigi ripetuti e intensi tra genitori. La discriminante è il fatto che i conflitti siano ripetuti. E che presentino determinate caratteristiche: ad esempio, conflitti particolarmente ostili in cui i genitori alzino il tono della voce, si manchino di rispetto a vicenda, o siano fisicamente o verbalmente violenti.
Molto spesso dopo aver assistito ad un litigio tra mamma e papà, gli ormoni dello stress rimangono attivi per molte ore e il bambino fatica ad addormentarsi. O mostra segni di rabbia, ansia, aggressività.
Di solito il bambino nei momenti di difficoltà si rivolge ai genitori per sentirsi rassicurato. Ma quando lo stress o il disagio è causato dal litigio tra genitori il bambino non può trovare rifugio da mamma e papà e quindi tende ad accumulare queste emozioni. Solitamente queste emozioni difficili sfociano poi in comportamenti difficili da gestire, ansia, senso di sconfitta.
Quindi non dobbiamo mai essere in disaccordo?
E qui arriviamo al punto importante. Spesso quando lavoro con le coppie sulla gestione dei conflitti, mi chiedono se allora bisogna evitare qualsiasi disaccordo di fronte ai bambini.
Essere in disaccordo è sano. E anche mostrare ai bambini che è possibile avere diversi punti di vista. O esprimere le proprie necessità e desideri in modo rispettoso e amorevole verso l’altro. Insomma se si riesce a risolvere un disaccordo in modo pacifico (anche se con qualche emozione intensa) e il bambino vede che è possibile arrivare rapidamente ad una risoluzione, credo che possa essere persino un ottimo esempio della forza della relazione. E di buona gestione del conflitto.
La cosa fondamentale è ricordare che appena si esce da quello che definirei un confronto misurato e rispettoso e le emozioni cominciano ad entrare nella zona rossa delle emozioni, è necessario riuscire a fermarsi e posporre la discussione ad un momento in cui i bambini non sono presenti.
Il mio suggerimento è di creare un segnale, una frase che usate per avvisare il vostro partner che l’argomento è sicuramente da affrontare ma in un momento successivo. Avere la rapidità e la prontezza di comunicare all’altro, magari anche con un po’ di umorismo che faccia abbassare la tensione, qualcosa come: “Ok amore, ho capito e voglio approfondire l’argomento. Ma vedo che le nostre emozioni sono troppo intense per parlarne con i bambini presenti. Troviamo un momento al più presto per parlarne?”
Sarebbe molto importante riuscire a chiudere questo momento di tensione con un abbraccio, un sorriso, un gesto che faccia calare la tensione e che comunichi al bambino che, anche se è sicuramente un argomento che agita molto i genitori, sono disposti e risoluti a risolverlo nel pieno del rispetto e dell’amore.
E se avete già discusso di fronte al bambino?
Credo che la cosa più importante sia ricordare sempre che i bambini imparano da noi a regolare le proprie emozioni. Un bambino che si trova di fronte a degli adulti che non riescono a regolare e a gestire le emozioni più intense difficilmente imparerà a regolare le proprie.
E se questo è valido sempre e soprattutto quando affrontiamo delle situazioni delicate con i nostri figli, è altrettanto cruciale quando ci rivolgiamo ad altri adulti. Cosa vogliamo insegnare ai nostri figli rispetto alle relazione umane? Il valore del rispetto, dell’affetto, della comprensione, della possibilità di risolvere le cose in modo pacifico senza ricorrere ad alcun tipo di violenza verbale o fisica.
Tenendo a mente questo aspetto, può capitare a tutti talvolta di non riuscire a controllarsi e alzare la voce con il proprio partner anche in presenza dei bambini. In questi casi, ritengo fondamentale cercare di osservare la propria relazione con il partner attraverso gli occhi di tuo figlio. E sviluppare consapevolezza sul clima emotivo che caratterizza la nostra casa e la relazione con il nostro partner.
Sviluppare consapevolezza sul clima emotivo
Provare a chiedersi e valutare se il tono che usiamo è rispettoso. Anche se siamo in disaccordo. Ascoltare attentamente il volume della nostra voce. Cercare di comprendere se siamo in grado di esprimere desideri e necessità senza attaccare l’altro.
Analizzare con sincerità il clima emotivo che si vive in famiglia. Ci parliamo e ci trattiamo con gentilezza e rispetto? Quante volte possiamo osservare gesti d’affetto e generosità emotiva? In che rapporto sono le interazioni positive e quelle negative?
Ritengo che questo sia il primo passo per modificare rapidamente e drasticamente il nostro modo di affrontare e gestire i conflitti. Quando ci accorgiamo che modello di relazione stiamo offrendo ai nostri figli, siamo anche maggiormente in grado di impegnarci per cambiare le nostre modalità di risoluzione dei conflitti.
E tu come litighi con il tuo partner?