La competenza emotiva è uno dei regali più importanti che possiamo fare ai nostri figli maschi
Sono sempre più numerose le famiglie che si rivolgono a me per una consulenza e un aiuto nel capire come aiutare i loro figli a sviluppare la competenza emotiva. Ovvero riconoscere, gestire, comprendere le emozioni che si provano e i loro effetti.
E’ un tema su cui rifletto molto e che credo sia particolarmente importante analizzare soprattutto quando si crescono figli maschi. Come scrivevo già in un bellissimo articolo tratto dal New York Times su questo tema, non siamo ancora molto bravi a dotare i nostri figli maschi della capacità di esprimere e conoscere le emozioni.
Genitori, ascoltate bene! Lo sviluppo dell’intelligenza e della competenza emotiva non è un compito che possiamo delegare al sistema scolastico, alle associazioni sportive o ai gruppi di aggregazione a cui i nostri figli partecipano. Questo tipo di insegnamento è un nostro compito. Una nostra responsabilità. Un lavoro da fare in famiglia.
Come madre di due bambini maschi e come psicologa. devo ammettere che è una sfida aiutare i bambini a muoversi in questa direzione. E’ una sfida anche per me ovviamente, ma una di quelle per cui vale la pena impegnarsi davvero.
Non posso che sottolineare quanto in questo compito importante e fondamentale sia cruciale il ruolo dei papà. Per cui se sei una mamma che legge questo articolo e hai figli maschi, condividilo subito anche con il papà dei tuoi bambini!
Voglio condividere con te tre aspetti fondamentali da ricordare in questo senso.
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Siate SEMPRE esempi positivi.
Per i papà specialmente: ricordatevi che i vostri ragazzi vi guardano. Vi prendono ad esempio e modello. Lo so che può sembrarvi bello, brutto o persino terribile, ma ricordatevi che apprendono a leggere i segnali emotivi dai genitori e, per i figli maschi, in particolare modo dal papà, l’uomo che ha un ruolo principale nella loro vita.
Guardano come il papà tratta la loro mamma. In che modo saluta o accoglie gli amici che vengono a casa a trovarlo. Osservano in che modo il papà esercita il suo ruolo di educatore nella famiglia. Come gestisce lo stress. In che modo parla alle persone. Come ama. Quando e se piange nel caso in cui ne senta il bisogno. Il papà è letteralmente un insegnante h24 di emozioni.
E non si può far finta che non sia così. I bambini imparano per osservazione. Avete presente la storia dei neuroni a specchio? Ciò che osservano si riflette e attiva nel loro cervello. Per cui ricorda, i tuoi figli ti guardano!
QUINDI….
sii consapevole di come ti comporti. Sii il cambiamento. Muoviti nel mondo con amore. Chiedi scusa rapidamente e onestamente quando senti di aver sbagliato. Elabora le tue difficoltà emotive. Lavora su di te e sulle tue emozioni. Sii disponibile a fare un passo indietro e spiegare le tue azioni e reazioni, giuste o sbagliate che siano.
2. CREDI a ciò che esprimono i tuoi ragazzi.
“Mi annoio!” “Sono troppo stanco!” “Non ci riesco.” “La odio!” “Mi fa star male!” “Mi fa schifo!” “Ho paura.”
Sono frasi che senti spesso anche tu, o sbaglio? (Io quasi tutti i giorni!).
Se rispondiamo con: “Ma no che non stai male!” “Non sei stanco.” “Non è vero che la odi”, “non c’è niente di cui avere paura” o “ma insomma come è possibile che ti stai annoiando?”. Come faranno i tuoi figli ad imparare a fare affidamento e nominare le proprie emozioni?
Non dovrebbe sorprenderci che così tanti maschi adulti siano totalmente chiusi e incapaci di parlare di quello che provano. Il messaggio che hanno ricevuto quasi giornalmente è che mostrare le proprie emozioni non è da uomini. Che i maschi non piangono! Che mostrare le emozioni è da femminucce….
Cosa significa credere alle emozioni espresse
Statisticamente sono le mamme ad essere maggiormente presenti negli anni dello sviluppo ed è fondamentale che anche le mamme imparino ad ascoltare e condividere le emozioni che i bambini e ragazzi esprimono. Ma soprattutto è importante che credano alla veridicità di emozioni e sentimenti condivisi. E’ vitale. Che lo facciano sia le mamme che i papà. Smettiamola di misurarli con un ideale impossibile e distruttivo della mascolinità (a cui nessuno può corrispondere!)….e che soprattutto non aiuta nessuno.
Quindi, reagite ad ogni espressione emotiva innanzitutto credendo a quello che i vostri figli vi dicono. Prova ad ascoltare in modo riflessivo convalidando le emozioni che esprimono con frasi tipo: “Lo vedo che sei stanco”, “La odi, vero? Ho capito quello che mi stai dicendo”, oppure “E’ una cosa che può fare paura davvero”, “Lo so che ti stai annoiando”. Riconoscere, convalidare e accettare le emozioni espresse non significa dover risolvere il problema al posto loro. Prova ad ascoltare e accettare quello che dicono e poi vedi cosa accade.
3. TIRATE fuori il meglio dai vostri figli
Io credo che sia parte fondamentale del nostro ruolo di genitori vedere il meglio nei nostri figli e aiutarli a sentire il nostro sguardo ammirato su di loro e il nostro incoraggiamento (VERBALE).
Nel mio lavoro di psicologa, nelle ore di consulenza con tanti ragazzi adolescenti, non potete immaginarvi quanti mi commuovono fino alle lacrime raccontandomi di come i loro padri mancano totalmente anche nella più semplice parola di ringraziamento.
Pare infatti che molti papà invece di tirare fuori il meglio dai loro figli, ne sottolineino solo i problemi, le colpe e i fallimenti o gli errori. Ed è una cosa che ha un effetto traumatizzante sui bambini e che trovo francamente irresponsabile.
I maschietti hanno bisogno di ricevere in assoluto (ma ancora più importante) dai loro papà amore incondizionato, approvazione e accettazione. E’ così….siamo fatti così. E’ come se il nostro sistema fosse predisposto per questo e fosse essenziale per la salute emotiva dei bambini e per poter diventare competenti emotivamente.
Amare incondizionatamente
Quindi, ricordati che amare incondizionatamente non significa concedere amore in cambio del fatto che il tuo bambino si comporta bene. Essere amati incondizionatamente è un diritto che ogni essere umano ha, solo per il fatto di esistere.
Tutti noi, e in special modo i bambini, abbiamo bisogno che siano gli altri a vedere le cose belle che abbiamo. E a dirle ad alta voce. Lascia perdere le critiche e il biasimo, trova qualche cosa che i tuoi figli maschi amano, per cui provano passione o interesse e incoraggiali con le tue parole.
Non servono discorsi complicati; basta un “caspita se ti piace giocare a calcio. Che meraviglia!” oppure “Sei proprio un bimbo gentile, molto più gentile di me. Sono davvero orgoglioso di te!” oppure “Lo so che non è il voto che avresti voluto, ma non è importante, ti sei impegnato e ti amo e ti sostengo, a prescindere dal risultato.”
E infine, ricordiamoci sempre e comunque che non puntiamo alla perfezione….ci basta essere genitori sufficientemente buoni. E aiutare i nostri figli maschi ad apprendere gli elementi fondamentali di una competenza emotiva che gli sarà necessaria nell’adolescenza e poi nell’età adulta.
Per le mamme è fondamentale lavorare in squadra con i propri compagni. Aiutarli ad entrare in contatto con le loro emozioni innanzitutto perché possano di riflesso accettare e riconoscere quelle dei loro figli.